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Il cielo oscurato dal volo
dei rapaci |
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Scritto
da Administrator |
giovedì 13
marzo 2009 |
In Liguria il
paradiso dei birdwatchers |
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CARLO GRANDE |
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GENOVA
Arriveranno a centinaia, dispiegando le loro
grandi ali, seguendo come antichi marinai le
millenarie rotte che attraverso Gibilterra, Spagna
e Francia conducono alle montagne liguri e nel Sud
della Penisola. Centinaia di uomini staranno ad
aspettarle col naso all’insù fra le province di
Genova e Savona, senza doppiette per fortuna (come
avviene invece sullo Stretto di Messina) ma con
cannocchiali, binocoli e macchine fotografiche:
osserveranno incantati i bianconi, le maestose «Aquile
dei serpenti» che ogni anno, di questi tempi,
sorvolano il parco del Beigua, l’aerea protetta
più vasta della Liguria, provenienti
dall’Africa sahariana, dove hanno passato
l’inverno. L’appuntamento per gli appassionati
di birdwatchting (sono tante le adesioni,
arriveranno anche da Piemonte, Lombardia, Francia
e Svizzera), si svolgerà domenica mattina
nell’area verde attrezzata in località Curlo
sulle alture di Arenzano. Le aquile che passeranno
sul crinale principale del parco, il più alto e
il più vicino al mare di tutta Italia, saranno più
di un migliaio. Almeno una sessantina di coppie si
fermeranno per nidificare, come ogni anno, fra i
rami dei pini neri e dei pini marittimi
dell’Appennino Ligure.
Il sito è d’importanza europea per la
migrazione della specie: ventisei chilometri di
crinali montuosi, a due passi dalla Riviera, che
racchiudono praterie e preziose zone umide d'alta
quota, fitte foreste di faggi, roveri e castagni,
rupi scoscese e lembi di vegetazione mediterranea.
Le altre aquile proseguiranno la loro migrazione
che le condurrà verso le aree protette del
centro-sud d’Italia. I bianconi sono animali
bellissimi: in Europa si stima ne esistano tra le
8.400 e le 13 mila coppie, mentre in Italia ne
sono presenti circa settecento (una decina in
Trentino e nel Parco Naturale Adamello-Brenta).
Sono rapaci diurni che hanno un’apertura alare
di quasi due metri (dal basso le ali appaiono
quasi bianche) e un’alimentazione basata al 90
per cento sui rettili; ne hanno uno per ogni
periodo climatico (comprese le vipere, ma nelle
giornate più fredde di marzo si accontentano
degli anfibi, lucertole, insetti), e li catturano
planando lentamente da quote anche piuttosto alte,
esplorando attentamente il terreno con la testa
rivolta verso il basso e con frequenti soste in «spirito
santo», lo spettacolare tipo di volo che prevede
pochi battiti d’ala, senza spostamenti. Facile
capire come questi prodigi della natura siano
diventati le «star» del parco del Beigua (il
gruppo montuoso viene considerato una delle zone
più ricche di biodiversità della Liguria),
protagonisti un po’ come i gipeti in quello
delle Alpi Marittime, o l’orso in Trentino o il
lupo in Abruzzo e in altre zone selvagge
d’Italia. Nel Parco del Beigua, tutelato dall’Unesco,
la giornata in cui arrivano le aquile è detta «Biancone
day», e anche grazie a loro la zona è sede di un
centro ornitologico e di educazione ambientale
conosciuto in tutta Europa, punto d’eccellenza
come pochi in Italia per distinguere le specie di
volatili.
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Il sito è dotato tra l’altro anche di una piccola
foresteria di servizio con sei posti letto e di una
piccola cucina. La grande oasi offre infatti cibo e
riparo a oltre 150 tipi di uccelli (compresa l’aquila
reale), dei quali una novantina nidificanti. Nemmeno può
stupire come la gente possa vedere in animali di questo
genere quasi un’epifania del sacro, aspettarsi di
vederli comparire quasi si trattasse di angeli: peccato
che molti rapaci (così amati dall’imperatore Federico
II) siano minacciati, per lo più dal turismo intensivo
(ci si avvicina inconsapevolmente ai nidi, ad esempio,
si disturbano le covate), dalle linee elettriche, contro
cui gli uccelli vanno a sbattere, dall’uso illegale
delle esche avvelenate per limitare la diffusione della
volpe o del lupo, altro illustre perseguitato. Animali
come questi costituiscono comunque un valore aggiunto
enorme, non solo per l’immaginario, ma anche per il
turismo e l’economia: converrebbe puntare su di loro,
investimento molto più sicuro, duraturo ed etico del
cemento.
Fonte
lazampa.it
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